martedì 3 marzo 2020

Maslenitsa e le feste del Risveglio

La fine dell’inverno è costellata da bellissime feste in tutto il Mondo. Forse queste feste sono il primordiale bisogno degli umani di richiamare all’attenzione il giovane Dio dormiente che rende la Primavera e l’Estate più grata ed i campi più abbondanti di raccolto.

Mentre il rigore dell'inverno ancora ammanta di incantata bellezza la Natura, gli abitanti del villaggio si raccolgono intorno a scivoli di ghiaccio ed intonano bellissimi canti per risvegliare il dio Jarilo, sacrificando la Signora dell'Inverno, la Terribile e temuta Morana. Percorrono le viuzze con le loro slitte addobbate da nastri e specchi, con le sedute coperte da pelli di pecora, nei loro tradizionali e allegri vestiti che raccontano di un ricco folclore e tra gridolini di gioia, invocano il Risveglio del giovane Dio della Vegetazione

Domenica in Russia si è conclusa la settimana dedicata ad una delle più belle feste che ancora perdurano in Europa: Maslenitsa. Un'antica festa pagana, che vista l'impossibilità per il sopraggiunto Cristianesimo di estirparla dai cuori della popolazione, hanno adottato nel calendario ortodosso spostandola di data. Ora la festa coincide con la settimana prima dell'inizio della Quaresima, mentre in antichità pare coincidesse con la festa della Candelora, come accade per i francesi e la loro bellissima Chandeleur.


Questa festa è sempre stata particolarmente amata dalla sua gente che la chiamava affettuosamente “labbra di zucchero”, forse in onore di quella che è la leccornia principale della festa: i bliny, o blinis che dir si voglia. Ora questa settimana prende il nome di ‘settimana del burro’ o settimana della carne’, nomi legati in parte alla Quaresima e alle abitudini culinarie di questa particolare settimana di festa, gozzoviglio e piacere, prima del sacrificio. Del burro, poiché solo i latticini fanno parti di quei cibi di natura animale dai quali non ci si deve astenere, cosa che non vale per la carne.


Parte integrante di questa festa era l’abitudine di fare il giro dei villaggi su slitte riccamente addobbate. I giovani che progettavano di prendere moglie durante l’anno, compravano una slitta nuova per l’occasione. Sempre i più giovani si misuravano tra loro saltando nei fuochi, oppure lanciandosi su scivoli di ghiaccio da colline e alture. Costruivano città di neve e ghiaccio e le prendevano d’assalto.
Le fastose celebrazioni, oltre agli abbondanti banchetti prima della Quaresima, prevedevano anche piccoli teatrini mascherati che avevano come protagonista la Maslenitsa.

Ma torniamo ai bliny, questi pancake vengono cucinati per tutta la settimana, anche se i giorni in cui vengono onorati particolarmente sono quelli che vanno da giovedì a domenica.
Nel culto pagano tra molte genti dell'Europa, i bliny simboleggiavano il sole, così tondi, dorati, pieni. La gente della Russia di allora invocava il Dio Jarilo, dio della fertilità, della giovinezza, della vegetazione, della crescente forza della primavera e per ingraziarselo, preparavano moltissimi bliny.

La prima ad annunciare il ritorno di Jarilo è Morana, sua sorella gemella, figlia di Perun, Dea della morte. I due si innamorano, si corteggiano con una serie di tradizionali rituali ben consolidati, imitati in varie tradizioni slave di corteggiamento e matrimonio.
Il matrimonio sacro tra fratello e sorella, entrambi figli del Dio supremo Perun, viene festeggiato in occasione del Solstizio d’Estate con una festa nota come Ivanje o Ivan Kupala. Questa sacra unione tra gli dei che incarnano la vegetazione e la natura, assicura fertilità, abbondanza e benedizione alla terra.

Questa Dea pare comparire negli attuali rituali della Maslenitsa, poiché il simbolo dei festeggiamenti è uno spaventapasseri di paglia abbigliato con abiti femminili. La stessa Morana viene così rappresentata nel folclore dove la sua figura è sopravvissuta in paesi come Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Ella è Dea della Morte, dell’Inverno, legata ai rituali agrari di morte e rinascita.
Lo ‘spaventapasseri’ dopo i festeggiamenti della Maslenitsa viene dato alle fiamme insieme ad una considerevole quantità di bliny, un rituale atto a sacrificare la divinità dell’inverno per lasciar spazio a quella della Primavera che viene proposto in altre feste dei paesi sopracitati.

Ogni massaia ha la propria ricetta di bliny, che viene tramandata di generazione in generazione tra le donne della famiglia. I bliny erano e sono preparati con farina di frumento, grano saraceno, avena o mais, con l’aggiunta di patate, zucche, mele e panna acida.
La tradizione vuole che il primo bliny sia per la pace dell’anima e per tale ragione viene regalato ad un passate, un mendicante o semplicemente lasciato sul davanzale della finestra per onorare l’anima di coloro che non ci sono più.

«L’intera settimana della Maslenitsa era conosciuta da tutti come l’“onorabile, lunga, allegra, boiarda-Maslenica, signora Maslenica”. I singoli giorni della settimana conservano ancora il loro nome proprio, che suggerisce quello che andrebbe fatto in quella determinata giornata. Nella domenica che precede la Maslenitsa è tradizione fare visita a parenti, amici, e vicini e invitare ospiti a casa. Siccome durante la settimana della Maslenitsa non è permesso mangiare carne, l’ultima domenica prima del suo inizio è chiamata la “domenica della carne” (mjasnoe voskresene), in cui il suocero va dal genero per chiedergli di “finire di mangiare tutta la carne”.

Lunedì: la giornata dell’“incontro” (vstrecha), in cui la gente accoglie l’arrivo della Maslenitsa. In questa giornata vengono costruiti gli scivoli di ghiaccio e le altalene. I tavoli vengono imbanditi di dolci. Al mattino, i bambini realizzano lo spaventapasseri di paglia, lo addobbano e poi tutti assieme lo portano in giro per le strade della città.

Martedì: la giornata dei “giochi” (zaigrysh). Questa giornata è dedicata ai giochi e ai divertimenti. Di mattina, i ragazzi e le ragazze si incontrano per scivolare sugli scivoli di ghiaccio e mangiare bliny. I ragazzi si mettono alla ricerca di una sposa e le ragazze di uno sposo (i matrimoni venivano per tradizione celebrati, di solito, dopo la Pasqua).

Mercoledì: la giornata del “ghiottone” (lakomka). I bliny sono la leccornia principale.

Giovedì: la giornata della “passeggiata” (razguljaj). La gente effettua, secondo la tradizione, dei giri in senso orario attorno al proprio villaggio, su slitte trainate da cavalli, in modo da aiutare il sole a scacciare l’inverno. I maschi costruiscono delle piccole fortezze di ghiaccio per poi prenderle d’assalto.

Venerdì: la serata in compagnia della “suocera” (teshchiny vechera), quando il genero fa visita alla suocera per mangiare i bliny.
Sabato: la serata organizzata dalla “cognata” (zolovkiny posidelki). In questa giornata si vanno a trovare tutti i parenti e si mangiano i bliny.

La domenica è la giornata del “perdono” (proshchenyj den), quando gli amici e i parenti si chiedono scusa per torti e offese. Dopodiché hanno inizio i canti e i balli, che preannunciano il pieno dei festeggiamenti della Maslenitsa. Viene acceso un enorme falò al centro del quale viene posizionato lo spaventapasseri di paglia, che personifica l’inverno che sta ormai per finire. La gente si congeda dal fantoccio con scherzi, canti e balli, incolpando l’inverno del gelo e delle penurie invernali, ma ringraziandolo anche per le gioie e i divertimenti. Lo spaventapasseri viene poi bruciato tra canzoni e grida di gioia. Mentre l’inverno brucia, i giovani iniziano a saltare sul falò, l’ultimo divertimento della giornata. Con questa prova di destrezza terminano le celebrazioni della Maslenitsa.
L’ultimo addio alla Maslenitsa viene dato nel primo giorno di Quaresima, il “lunedì pulito” (chistyj ponedelnik), come viene chiamato, perché è il giorno della purificazione dal peccato e dal cibo grasso. In questa giornata è d’obbligo farsi un bagno. Le donne lavano i piatti e mettono in ammollo in acqua calda gli utensili che sono venuti a contatto con cibi a base di latte, per pulirli dai residui di grasso.» (1)

Maslenitsa ricorda moltissimo la festa di Shrove Tuesday, conosciuta anche con il nome di Pancake Days e che precede il Mercoledì delle Ceneri.
«Il termine shrove, participio passato di un rarissimo verbo to shrive, che letteralmente significa “confessare” o anche “assolvere”, viene dalla tradizione secolare cristiana di confessare i peccati e ricevere il perdono proprio in quel giorno. Shrovetide "shrëuvtaid" è in effetti l'equivalente inglese di ciò che nel resto d'Europa è noto come gli ultimi tre giorni di Carnevale. Nella tradizione dello shrovetide l'idea religiosa è dominante. Ma prima di un lungo periodo di privazione, la natura umana si concede tutto quello che le è possibile per vivere in allegria e buona salute! Tra l’altro, l'usanza inglese di mangiare pancakes si spiega anche con la necessità di incamerare nutrienti come uova e grasso che durante i quaranta giorni della Quaresima erano rigorosamente banditi.» (2)

Annualmente in Inghilterra si tiene in numerosi villaggi la Pancake Race, la corsa dei Pancake. Consiste nel far saltare i pancake in padella mentre si corre senza farli cadere a terra.

In Francia la Maslenitsa viene conosciuta con il nome di Chandeleur, «il giorno delle crepes, che vengono preparate in tutti i modi conosciuti. Pare sia stato Papa Gelasio I, lo stesso che ammoni con una lettera tutti quei cristiani che partecipavano ai Lupercalia, ad istituire la festa di Chandeleur e sempre lui fece distribuire frittelle dolci ai pellegrini giunti fino a Roma.
Ma al di là di quel che si ‘mormora’, certo è che le crepes, così rotonde e dorate, ben ricordano il disco solare riferendosi al ritorno della primavera dopo il periodo buio e freddo dell’inverno.» (3)

“Per fare le crèpes bisognava seguire tutta una serie di riti per assicurarsi la felicità e i soldi tutto l’anno. I contadini facevano saltare la prima crèpe con la mano destra tenendo nell’altra mano una moneta d’oro. Questa veniva poi arrotolata dentro alla crèpe e portata in processione da tutta la famiglia fino alla camera da letto dove era depositata sopra un armadio fino all’anno seguente. L’anno successivo si recuperavano i resti della crèpe dell’anno precedente e si dava la moneta al primo povero che passava.

Se tutti i riti venivano rispettati, la famiglia era sicura di avere soldi tutto l’anno e colui che faceva saltare perfettamente la crèpe senza farla cadere e senza arrotolarla, si assicurava la felicità fino alla prossima Chandeleur.” (4)
Ciatzioni e fonti:
(1) Citazione dall'articolo di Olga Lipich e Ria Novosti
http://russiaoggi.it/societa/2013/03/11/la_maslenitsa_storia_e_tradizioni_22721.html
(2) Tratto dall'articolo di Selendir http://www.laconteaincantata.net/index.php?option=com_content&view=article&id=99:ricetta-martedi-grasso&catid=25:magia-in-cucina&Itemid=70
(3) Tratto dall'articolo di Rebecka http://www.laconteaincantata.net/index.php?option=com_content&view=article&id=229:febbraio-delle-feste-di-luce&catid=18:i-giardini-incantati&Itemid=70
(4) 
http://www.italianipocket.com/la-chandeleur/

Foto via Pinterest.

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